Non tutto è possibile. I programmi attuali riflettono spesso la filosofia precedente. L’odontoiatria e l’odontotecnica digitalizzata sono ancora in fase evolutiva. Il loro sviluppo si basa logicamente sulla conoscenza della precedente metodologia analogica e dei metodi di lavoro, spesso diffusi dalle grandi aziende. Le sottigliezze automatizzate sono particolarmente difficili da programmare ed estremamente complesse nelle protesi rimovibili; quindi non esistono. Viene richiesto un lavoro di precisione individuale da parte del tecnico, sia al computer o ancora analogico, che richiederà anche in futuro una conoscenza corrispondente. Domanda eretica: il Bennett immediato troppo esteso o troppo limitato è un (possibile) fattore di disturbo? Anche nell’era digitale, la registrazione elettronica dei movimenti mandibolari è piuttosto rara nella pratica quotidiana. Così i tecnici devono accontentarsi di programmi standard di articolatori virtuali, basati sui ben noti articolatori analogici. I loro movimenti, digitali o analogici, sono troppo limitati in molti casi. Il ripristino dell’occlusione funziona quindi solo grazie alla guida canina artificiale. Questo è dimostrabilmente presente nell’occlusione naturale solo in una piccola percentuale. E se questo non fosse possibile, per esempio in pazienti anziani con abrasioni estese? Date all’occlusione libertà, una “Wide Occlusion“. Non è una novità, ma forse è arrivato il momento di ripensare alle opinioni dottrinarie del secolo scorso che sono state mantenute per decenni.