OCCLUSAL FULL IMMERSION – La diagnosi occlusale da noi appresa dal Prof. Slavicek e Prof. Sato


L’occlusione fa parte della quotidianità di tutti noi anche quando non “la conosciamo” nella sua complessità. I nostri ”amati denti” sono una parte fondamentale sia nella diagnosi che nella terapia delle malocclusioni, ma parimenti importanti sono muscoli e legamenti del complesso stomatognatico, l’A.T.M., le ossa craniche e cervicali con le loro suture e le logge anatomiche che contengono vasi, nervi organi e tessuto connettivo. In questo sistema cibernetico, dove il cambiamento di uno dei componenti influenza la salute di tutti gli altri, si aggiunge anche l’unicità di reazione dei nostri pazienti ai più svariati stimoli con la loro personale capacità di compensare o di non compensare. In questo complesso mondo il Prof. Slavicek e il Prof. Sato partendo dalla filogenesi e dalla ontogenesi e avvalendosi delle loro ricerche e studi clinici hanno messo ordine e sistematicità di diagnosi e di terapia.

Spero vivamente di riuscire, in modo semplice e chiaro, a stimolarvi ad entrare, per chi non lo ha già fatto, in questo “mondo gnatologico” che ha come unico obbiettivo quello di far “star bene” il nostro paziente nelle sue varie funzioni, bruxismo su tutte. Nei nostri trattamenti protesici fissi o mobili o di conservativa od ortodontici non dobbiamo affidare la durata dei nostri lavori ai materiali sempre più resistenti o ai cementi sempre più performanti o alle contenzioni “a vita”, ma alla diagnosi ed eventuale terapia gnatologica corretta. Dal Prof. Slavicek ho anche imparato ad usare articolatore e condilografo in modo “individuale” con numeri e gradi e quindi a riabilitare funzionalmente un caso come quello della foto e controllarlo non solo nei movimenti di esercizio (brux cheker)… ma questa è solo una parte, mi permetto piccola parte di ciò che ci ha trasmesso. Il Dr. Chiari, grazie alle sue competenze osteopatiche, rappresenta una figura che si relaziona all’odontoiatra per completare la diagnosi e ci accompagna nella terapia gnatologica perché ci permette di sfruttare le potenzialità correttive del nostro paziente lavorando sull’elasticità di suture, logge anatomiche e muscoli. Per comprendere il tipo di collaborazione da instaurare abbiamo pensato a delle ipotetiche domande che un osteopata non vorrebbe mai sentirsi porre e quelle che sono fondamentali.


  Edizione 2017
  20/10/2017
  12:30 - 13:30

Relatori


Rubini Gianluigi
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Rubini Gianluigi
Chiari Renato
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