La complessità e l’individualità dell’occlusione in protesi totale “La logica della semplicità”


Esiste, nel paziente edentulo, un determinato spazio tra le due arcate atto ad ospitare la protesi. L’entità di questo spazio varia a seconda dell’età ed è influenzata da fattori quali gradi di riassorbimento osseo.

Gli studi a questo proposito, hanno dimostrato che l’entità dello spazio protesico è una caratteristica individuale e che esso non deve essere drasticamente aumentato o modificato con la nuova protesi.

Lo spazio libero tra le due protesi, o tra i due valli occlusali, quando la mandibola è in posizione di riposo, è chiamato “spazio libero interocclusale” ed è circa di 2 o 3 mm. La corretta posizione orizzontale della mandibola si ottiene una volta stabilita la dimensione verticale; i condili si trovano nella loro massima posizione supero-anteriore: questa posizione è chiamata “relazione centrica”.

Per valutare con precisione la posizione di riposo, stabilire uno spazio interocclusale adeguato e determinare la corretta dimensione verticale, occorre che le placche di occlusione siano stabili, ritentive e che non provochino alcun disagio al paziente.

Per la scelta delle forme dei denti posteriori ci si può basare sulle necessità biomeccaniche del paziente (la situazione delle creste, l’andamento delle creste, l’età, lo stato di salute).

Nessuna forma è principe, ci sono pro e contro con denti anatomici e non anatomici. Vanno quindi inseriti con valutazioni individuali.


  Filosofia occlusale nell'era digitale. Registrazione digitale della relazione centrica
  22/10/2021
  17:10 - 17:50

Relatori


Beikircher Alexander
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Olivieri Alberto
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