La digitalizzazione sta prendendo piede nel mondo dell’odontoiatria a un ritmo senza precedenti. Ciò che qualche anno fa sembrava essere “di un lontano futuro” sta ora diventando mainstream. Ma non è tutto. L’uso degli scanner intraorali è presente in un numero crescente di cliniche e per alcuni rappresenta già lo strumento principale quando si parla di odontoiatria protesica, rendendo obsoleta la classica impronta. Dopotutto, perché non dovrebbe esserlo? La scansione è più veloce, più facile da usare, molto più comoda per il paziente e presenta molti altri vantaggi. Tuttavia, il suo tallone d’Achille sono le protesi fisse estese, quindi dobbiamo procedere con cautela quando si tratta di restauri con più di 5 elementi. Quando si tratta di protesi su impianti, il fattore chiave del successo è ottenere un adattamento passivo e privo di tensioni. Inoltre, questa conferenza si propone di presentare l’approccio che consente lo sviluppo di protesi personalizzate supportate da impianti convenzionali e sottoperiostali. Gli impianti sottoperiostali offrono un’opzione di restauro fisso immediato che non necessita di aumento osseo, fornendo un trattamento affidabile per i pazienti con significativa perdita ossea mascellare e circostanze presumibilmente senza speranza.
Allora, come possiamo affrontare una riabilitazione dell’intera arcata su impianti utilizzando un flusso di lavoro digitale nello studio dentistico ma anche in laboratorio? La risposta è la fotogrammetria. Combinando la scansione intraorale con la fotogrammetria extraorale possiamo competere con la precisione delle impronte convenzionali e persino eliminare gli errori di torsione che possono verificarsi quando si ha a che fare con i materiali da impronta. Questa tecnologia migliorata ci consente di creare protesi per arcata completa su impianti utilizzando il flusso di lavoro digitale più recente e ottenere un adattamento ottimale del restauro garantendone al tempo stesso il successo nel tempo.